Sono già trascorsi un paio di giorni dall’inizio della nostra missione. Siamo al largo di Lampedusa e avvistiamo un paio di barconi. Immediatamente scatta il protocollo d’azione che prevede l’avvicinamento di un nostro gommone con salvagenti per tutte le 50 persone stipate nella prima delle due imbarcazioni.
Ci sono alcune donne e alcuni bambini.
Ci sono occhi che non sai di avere e che si aprono solo di fronte al mistero. Il mistero li schiude.
Oggi qui c’è un rosario di misteri che partoriscono un nuovo sguardo in me: il mistero sinistro di un pugno di uomini-donne-bambini che scommettono tutto ciò che hanno – la vita – sulla crudele roulette del mare; il misterobuffo di aspettarsi una dignitosa accoglienza che in realtà si rivelerà rateizzata in rivoli di distinguoburocratici; l’insopportabile mistero che fa del mare una frontiera esistenziale arbitraria; il misteroimpertinente di chi – come i migranti - sfida il suo passato strappandoselo di dosso per vestirsi di un futurosottilmente trasparente da parer inconsistente.
Guardare il mistero è rivelazione che ci acceca, sostenerequesto sguardo ci permette non tanto di ritrovare la vista quanto il desiderio di vedere.
Solo così Signore ti lasci guardare dal sottoscala della storia.
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