Molti sono le omelie e gli interventi
che papa Francesco ha dedicato alla solidarietà come elemento essenziale della
vita cristiana. La solidarietà che è tenerezza e empatia. La solidarietà che è prossimità
gratuita. La solidarietà che è un modo di fare la storia.
A questa storia, la nostra comunità ha
partecipato e sempre parteciperà.
Nei tempi più difficili del coronavirus coraggiosi volontari hanno accolto l’invito
di Caritas per assistere famiglie e persone sole in difficoltà. Hanno in
particolare aiutato la famiglia del piccolo Hernan, nato prematuro, che ha vissuto
il suo primo mese lontano dai genitori e dai nonni, colpiti dal virus e
ricoverati.
È un progetto di “accorciamento delle
distanze” che continua e a cui Caritas ha dedicato anche un video.
I volontari hanno potuto aiutare anche
3 ragazzi italiani, usciti da istituti penitenziari, ad affrontare una nuova
strana realtà. Si sentivano felici di uscire da una situazione di costrizione e
di mancanza di liberta, ma allo stesso tempo spaventati dal trovarsi in un
mondo dove la libertà di movimento era negata, e questa costrizione era
accettata da tutti perché necessaria. Un mondo dove il silenzio regnava e non
si sentiva più il desiderato suono di una città in movimento.
La comunità è partecipe anche di un’altra
storia. Quella dell’Hospital de Campanya di Sant’Anna.
Grazie ad una raccolta straordinaria
abbiamo contributo alla realizzazione di un comedor (mensa) social,
acquistando una lavatrice industriale. Questo nuovo servizio è stato inaugurato
il 1° luglio scorso.
https://youtu.be/nn1_guA9Gs0
https://youtu.be/nn1_guA9Gs0
Inoltre, I nostri volontari hanno partecipato alla distribuzione di pacchi alimentari, fino a 250 al giorno. E adesso tutti i sabati mattina coprono un turno di servizio alla mensa.
Ed infine un ultimo ma non meno
importante capitolo nella storia della nostra comunità: quella del progetto
Tempo e Cuore.
È un progetto che vede coinvolti 25
volontari che aiutano 13 famiglie, ovvero 40 persone e 12 minori.
L’aiuto è in parte economico, con formule
nuove come quella del micro credito, ovviamente senza interessi, per aiutare a
ripartire; ed in parte offerto per navigare nel mare della burocrazia che rende
difficile a volte ottenere l’aiuto offerto dalle istituzioni. Un aiuto per
mettersi a tavola con la distribuzione di pacchi alimentari, e fare due
chiacchere per affrontare le difficoltà senza sentirsi soli. Un aiuto che è
servito per rientrare in Italia allontanandosi da una città che aveva messo nei
guai.
Si può dire che la pandemia ha
aggiunto tanti “IN”. Ciò che prima era certo è diventato incerto, Ciò che era sicuro
è diventato insicuro. Molti si sentono incompresi, inefficaci; e tutto sembra a
volte insuperabile.
La comunità vuole contribuire
offrendo solidarietà e fratellanza per aiutare a cancellare questi “IN” e ritrovare
sicurezza, certezza e la forza per affrontare una realtà complessa, sentendosi
compresi e supportanti negli ostacoli, ascoltati e amati.
Una proposta concreta, una vocazione
al servizio ispirata dal nostro Maestro e Signore Gesù, giacché “anche il
Figlio dell’uomo (…) non è venuto per farsi servire, ma per servire” (Mc 10,45).
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